Citizen journalism…what?

Secondo il paradigma del Web 2.0 ogni utente non è più solo fruitore passivo di contenuti  on-line ma assume un ruolo attivo nella realizzazione e nella condivisione di contenuti multimediali.

Il Web 2.0 apre le porte del web anche a chi non ha approfondite conoscenze informatiche: tutto ciò di cui si ha bisogno è un computer, una connessione ad Internet e tanta voglia di esprimersi.

Nell’era del Web 2.0 sono nati siti e portali in cui le informazioni sono fornite democraticamente da comunità di utenti. L’esito è il più delle volte positivo: basta pensare a Wikipedia e Youtube.

Bisogna dire che anche grazie alle molteplici tecnologie che il Web 2.0 mette a disposizione, negli ultimi anni si è affermata una nuova forma di giornalismo: il giornalismo partecipativo o citizen journalism.

Nel giornalismo partecipativo la gente comune diventa reporter diffondendo sul web notizie, immagini, contenuti audiovisivi, documenti e statistiche.

Spesso basta condividere su un social network un filmato o una foto scattata col proprio smartphone.

Il citizen journalism è un notevole incentivo per la partecipazione attiva e democratica del singolo nel mondo dell’informazione e non, costituendo di fatto un impegno civile ad esempio denunciando situazioni di degrado.

Un altro aspetto interessante del giornalismo partecipativo è il suo proselitismo silenzioso ed efficace. Ad esempio è interessante notare che appena un cittadino pubblica una foto o scrive qualcosa riguardo un disagio, una situazione di pericolo dopo poco tempo appaiono anche altri contributi.

Il fenomeno non è da ascriversi ad una tendenza passeggera o comunque di poco conto dato che aumentano i saggi che analizzano il citizen journalism.

In più su diversi siti ci sono tutorial dettagliati su come diventare citizen journalist dando un’infinità di consigli, fornendo indicazioni sugli strumenti da usare(dai gadget ai software).

I media tradizionali hanno saputo valorizzare tale tendenza offrendo spazio ai contenuti forniti dai citizen journalist, curando le edizioni on-line di giornali e gestendo blog per consentire ai lettori di commentare gli articoli.

Infatti il giornalismo partecipativo consiste anche nel commentare e dibattere su una notizia.

Non si deve dimenticare del fatto che spesso e volentieri le notizie vengono filtrate, omesse, manipolate e distorte.

L’interessarsi a ciò che succede intorno a noi e fornire notizie “genuine” è un antidoto a questo.

Nelle antiche democrazie non esistevano ne mezzi di comunicazione ne tanto meno censori e quindi le informazioni si trasmettevano liberamente per via orale.

Oggi abbiamo molti mezzi per comunicare ma ce ne sono altrettanti per impedire che una notizia venga divulgata o per disinformare la comunità.

Tutti quanti possiamo essere citizen journalist non per metterci in mostra ma per rendere un servizio alla collettività.

Del resto passiamo molto tempo sui social network, postare una foto o commentare un articolo non richiederà eccessivo impegno.